Introduzione

Chi, come me, è nato nel 1960 e dintorni, si ricorderà della Quadrifonia. Si trattava di una tecnica di riproduzione audio che utilizzava 4 tracce e quindi, oltre alle sorgenti quadrifoniche, utilizzava un amplificatore a 4 canali e 4 diffusori. Ovviamente il sistema era molto costoso rispetto a un impianto stereo e a peggiorare le cose si svilupparono diversi sistemi di codifica/decodifica quadrifonica, ovviamente incompatibili tra loro, che contribuirono a minare il diffondersi del sistema. Per svariati motivi la quadrifonia fu un fallimento e venne purtroppo abbandonata, anche per alcune difficoltà di carattere tecnico nei dischi. In quel periodo, studentello, avevo ben pochi soldi in tasca e quando i miei genitori comprarono il primo impianto stereo mi classificai già tra gli esseri umani molto fortunati. Tuttavia, non avendo avuto occasione in quel periodo di ascoltare uno di questi sistemi, mi è sempre rimasto un “sassolino nella scarpa”. Alcuni anni fa, decenni dopo, ho avuto occasione di ascoltare qualche riversamento, non esattamente legale, su CD con codifica multitraccia DTS di alcuni di questi LP quadrifonici, specialmente da cassette Quad-8 dell’epoca. In pratica i quattro canali originali sono stati codificati in DTS e inviati fondamentalmente ai canali Left, Right, Rear Left e Rear Right della codifica 5.1 per Home Theater. In sintesi il canale centrale è muto e il canale .1 può essere lasciato muto oppure utilizzato per estendere la risposta alle basse frequenze per mezzo del subwoofer. Non voglio entrare nel merito del discorso legalità di questa operazione perché i risvolti sono innumerevoli, si prestano a sicuri guai e investono aspetti giuridici molto complessi. E’ chiaro che quando ho ascoltato queste incisioni, specialmente dei Pink Floyd, ho provato una grossa emozione ed è uscito, dopo tanto tempo, il “sassolino dalla scarpa”. Recentemente alcuni di questi mix quadrifonici sono stati resi disponibili sul mercato in edizioni molto particolari di alcuni dischi che hanno fatto storia, anche se la maggior parte delle incisioni quadrifoniche del periodo è praticamente andata persa per i nuovi ascoltatori. Fatta questa premessa mi è rimasta la voglia di quadrifonia e conseguentemente mi sto lanciando in una serie di esperimenti per farla rivivere, perlomeno a mio uso e consumo a casa mia.

Non sarebbe quindi un’idea pellegrina il pensare di realizzare 4 amplificatori uguali, economici ma ben suonanti, magari basati sull’eccellente  LM1875, che fornisce 20 W con distorsione molto bassa, a cui abbinare 4 diffusori uguali. Inoltre la realizzazione di un preamplificatore quadrifonico, con gestione del volume affidata a qualche circuito integrato comandabile a step, up e down per capirci, risolverebbe il problema della gestione contemporanea di 4 canali. In merito al bilanciamento e ai controlli di tono, forse esagererò, non li gradisco. Il bilanciamento lo fa l’ascoltatore spostandosi e i controlli di tono temo che sporchino il suono che, a mio parere, deve fare il percorso più diretto e senza altri circuiti di mezzo. Il loudness, poi, trovo che sia un circuito devastante. Inutile che descriva l’orrore che provo quando passa un’auto a finestrini aperti con curiosi personaggi che tengono il volume a manetta con loudness + bassi e acuti al massimo. Chiaramente la gestazione del preamplificatore e finale quadrifonico sarà una cosa lunga, ma alla quale tengo particolarmente. Ho ancora negli occhi due componenti audio meravigliosi che ai tempi non potevo fare altro che guardare dalla finestra, il preamplificatore stereo-quadrifonico Galactron MK16 e il relativo finale Galactron MK160.